Pagina precedente Chi siamo Pagina successiva I personaggi
I Promessi Sposi, come quasi tutti sanno, è un romanzo storico di Alessandro Manzoni ambientato nella Lombardia del Seicento, dominata dal malgoverno spagnolo. Racconta la storia di due fidanzati di umile condizione, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, vessati da un signorotto locale (don Rodrigo) ma anche da un sistema politico e sociale fatto di connivenze, viltà e prepotenza. Tutto ciò nel quadro dei tre eterni flagelli dell’umanità: la fame, la guerra, la peste. A cui si aggiungono quelli ancora peggiori dell’ignoranza e del fanatismo scatenato da false credenze e false notizie. E’ anche un grande testo di psicologia sociale, un trattato di economia ed una rappresentazione senza tempo dei meccanismi sociali e delle reazioni individuali che condizionano la vita umana. Il romanzo ebbe un enorme successo in tutta Europa proprio perchè sia i personaggi sia le circostanze rimandano ad una eterna attualità. Tanto che è stato tradotto in albanese, arabo, armeno, catalano, ceco, croato, danese, ebraico, esperanto, estone, finlandese, francese, giapponese, greco, inglese, latino, lettone, olandese, polacco, portoghese, rumeno, russo, serbo, slovacco, spagnolo, svedese, tedesco, turco,,ungherese e, di questi anni, in cinese.
L’episodio a cui ci riferiamo è quello narrato nel capitolo III del romanzo quando l’ingenuo Renzo, sicuro del suo buon diritto, si rivolge fiducioso all’avvocato Azzeccagarbugli per chiedere aiuto legale contro le sopercherie dei “bravi” (gli scagnozzi di don Rodrigo) che impedisco il suo matrimonio. In un primo tempo l’avvocato, equivocando, prende Renzo per uno di costoro e gli illustra tutte le innumerevoli grida (le leggi del tempo) che vietano tali malefatte prevedendo pene severissime, garantendogli però l’immunità con la famosa frase ““All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle.”. Quando però capisce che Renzo è la vittima del potente don Rodrigo lo scaccia in malo modo. Il povero Renzo però non si arrende convinto che “a questo mondo c’è giustizia, finalmente. Tant’è vero – commenta ironicamente la voce fuori campo di Manzoni – che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica.“